literature

L'arma

Deviation Actions

Tanachvil's avatar
By
Published:
471 Views

Literature Text

- L'Arma -


This story is dedicated to Makani and *her* Malfoy family.
And to Zeronegativo, the Cissy we learned to know and love.

Deathly Hallows spoiler alert!

***     **** *** ****    ***

Semplicemente non avrebbe ceduto.
Che al colpissero, la straziassero, facessero di lei lo zimbello dei ogni purosangue, devastassero la sua casa, spezzassero suo marito, usassero suo figlio come fosse una marionetta.
No.
Narcissa non avrebbe ceduto.
Ora era il momento di afferrare la mano di Lucius e dirgli, in quel modo che tra loro era stato sempre così automatico, così perfetto, in quella comunicazione completa che non li aveva mai traditi, ora era il momento di dirgli “Fallo, amore mio. Obbedisci. Piegati. Umiliati. E forse vedremo la fine di questa notte.”
Ancora ricordava le parole di Bellatrix, la sua cara sorella, mai dolce, mai affettuosa, ma nonostante questo sorella, legata a lei attraverso qualcosa che nemmeno Lui poteva sciogliere, legata attraverso generazioni di Black, di donne e uomini dal sangue più antico e puro di quanto Lui potesse sognare di avere. Ancora ricordava le parole esatte di Bella, quel pomeriggio, nel parco della villa, le sue labbra sottili che si aprivano e cercavano, pur senza affetto, pur senza mai amore, di metterla in guardia. “E’ molto deluso, Cissy. E temo per te. Lucius e Draco… non c’è più molto da fare per loro. Ma tu puoi ancora tornare nelle sue grazie se solo…”
“Se solo ti fossi degnata di ascoltarmi, Bella. Se solo ti fossi accorta di chi sono, in questi ultimi anni. No. Ti ringrazio. Apprezziamo il tuo interessamento, Bellatrix, sorella cara. Lo appezziamo, io, mio marito e mio figlio.”
E Narcissa si era allontanata, lasciando che la gonna dell’abito verde e bianco raccogliesse da terra le foglie secche, lasciando che gli ontani del vasto giardino la nascondessero alla vista di chi dalla villa aveva osservato la conversazione, lasciando sola sua sorella Bellatrix, lasciando che la credesse pazza, sciocca, disperata.
Mai.
Mai Narcisa era stata disperata. La speranza era come il fuoco che lui le aveva acceso dentro tanti anni fa, vivida come il ricordo di quel primo bacio all’ombra della Foresta Proibita. “Hai mai visto un unicorno, Black?” E lei aveva risposto di no, per poi seguirlo fino agli alberi, in silenzio, col timore d’essere scoperti che le faceva martellare il cuore in gola e la mano di Lucius che stringeva la sua, mentre correvano attraverso il parco, fino a quella radura, fino a quello spettacolo sensazionale dell’animale candido e splendente che si muoveva pacifico nella notte, con la lunga chioma argentata mossa dal vento tra gli alberi e il passo leggero degli zoccoli a far da contrappunto al battito del suo cuore. E poi erano usciti, camminando, lentamente, fino a vedere di nuovo il castello, con la luna che illuminava le guglie delle torri più alte e lui si era fermato e l’aveva guardata e nei suoi occhi c’era qualcosa di nuovo, di potente e di spaventoso e lei era arretrata, colta di sorpresa da quello sguardo e aveva sbattuto la schiena su un albero e lui all’improvviso era lì e la stringeva e aveva soltanto sussurrato il suo nome, piano, così vicino, e nulla più era sembrato importante.
Il fuoco si era acceso quella notte, con un bacio e quegli occhi grigi così sicuri, così orgogliosi, che non l’avevano lasciata più.
Come poteva esser disperata?
Sua sorella era disperata. Bellatrix, forte, invincibile, Bellatrix che mai aveva ceduto di un passo davanti a nessuno, Bellatrix che aveva sposato Rodolphus e a modo suo lo aveva onorato e rispettato, ma mai, mai amato e Bellatrix che non ammetteva quanto la facesse soffrire sapere che, in fondo, a Rodolphus non importava che lei lo amasse. Bellatrix dal cuore d’acciaio, chiuso come un forziere, Bellatrix che aveva aspettato e gridato e maledetto il mondo, fino a che Lui non l’aveva salvata da quella prigione di angoscia e agonia, Lui che era stato tutto il suo mondo, Lui che lei amava così disperatamente e così inutilmente, Lui che ora la scherniva e la usava, vilipesa, distrutta, ridotta a mendicare per un po’ di attenzione, di considerazione, disposta a uccidere il mondo intero, a farlo precipitare nel caos, soltanto per un Suo sguardo.
Bella, era disperata, non lei.
Lei ora sapeva cosa doveva fare, aveva sempre saputo cosa avrebbe dovuto fare. Per lui, per Lucius. Essere la sua forza, il suo scudo, il suo maglio, avrebbe dovuto sorreggerlo, dirigerlo.
Insieme.
Insieme, come una fortezza stretta d’assedio, insieme loro sarebbero sopravvissuti. Insieme, gridava quel fuoco dentro di lei, quel fuoco che diventava avvolgente e invincibile non appena posava lo sguardo su Draco.
Draco con gli occhi cerchiati e pieni di lacrime che non si sarebbe mai permesso di versare, Draco dalle mani delicate e nervose, sporche di sangue inutile e vano, tremanti di un terrore giovane, desolato… Draco che aveva quasi ucciso Fenrir quando si era permesso di insultarla, Draco, i cui occhi avevano di nuovo brillato di quella luce selvaggia, quel giorno, mentre impugnava la bacchetta e colpiva il lupo, ripetutamente, follemente, prima che Yaxley lo fermasse. Draco che aveva sopportato la punizione con un orgoglio e una forza tali da renderla fiera e da spezzarle il cuore, Draco che tentava ancora di sorriderle ogni mattina, al risveglio.
Lei sorrideva a sua volta e quella piccola finzione innocente era l’olio della fiamma che ancora custodivano, segreta, tra loro. Quella fiamma che bruciava più forte, quando la notte Lucius si stringeva a lei, col volto asciutto, ma infestato di fantasmi delle lacrime che non osava versare, quando la guardava, con quegli occhi grigi, un tempo così sicuri e orgogliosi e non riusciva a far altro che chiederle scusa, senza parole, ma con l’eloquenza di quello sguardo angoscioso, della consapevolezza di non essere riuscito a darle quello che le aveva promesso, quella notte, al sicuro, sotto gli alberi secolari della Foresta Proibita.
Allora Narcissa gli accarezzava i capelli, lo stringeva a sé e faceva del suo dolore un’arma, un’arma affilata, un’arma insidiosa, un’arma invisibile.
Un’arma, Narcssa Malfoy ora era un’arma, un’arma che Volemort non avrebbe riconosciuto, un’arma che non avrebbe temuto, un’arma forgiata al calore di quella fiamma, accesa molti anni prima e che nulla era in grado di spegnere, un arma temprata nelle lacrime di Lucius, che l’avevano resa inflessibile e amara, un’arma che portava il terrore di Draco come una gemma gelida sull’elsa.

Narcissa Malfoy era un’arma e quell’arma avrebbe colpito Voldemort nella sua ora più critica, nel suo trionfo, quando fosse stato in cima, così che al caduta fosse devastante e incontrollabile. Quando il momento fosse giunto, quell’ arma avrebbe colpito.
Narcissa strinse il polso di Lucius e lui estrasse dalle vesti la bacchetta, la porse a Voldemort, che la esaminò con cura.
“Di cosa è fatta?”
“Olmo, mio Signore.”
Attenzione: Deathly Hallows Spoiler!!!



****

Un'altra Fan fiction scritta ispirandosi al mondo creato da JKRowling.
Questa volta la protagonista è Narcissa Black Malfoy.

Io amo la famiglia Malfoy.
Narcissa, in particolare è un prsonaggio per me bellissimo e sottovalutato.
Schiere di fan di Lucius preferirebbero che non esistesse o che si levasse cortesemente di torno! ;)
Io amo Cissy come personaggio e penso che il rapporto tra lei, Lucius e Draco sia uno degli spunti più belli da usare per scrivere.
anche Bellatrix ha la sua piccola parte in questo strano rapporto familiare...

Così ci ho provato.
Questa è una piccola cosa scritta pensando al fatto che, in fondo, Harry ha vinto perché Narcissa ha mentito a Voldemort.
Cosa sarebbe successo se lei non avesse detto quel "E' morto!" ?
Probabilmente Harry non sarebbe sopravvissuto a lungo.
Ma lo ha fatto e, a ben vedere, è lei l'arma che ha ucciso Voldemort.


Note for all the non italian readers:

Sorry, again, but I really don't feel confident enough with writing in English. So this is another piece of Fiction written in my native italian language.
Anyway, if someone would like to read it in english, just let me know and I'll try translating... Mmm... not easy, but I could.
© 2007 - 2024 Tanachvil
Comments1
Join the community to add your comment. Already a deviant? Log In
Tanachvil's avatar
After some day I came to think that perhaps writing in english could be easier then translating something I already wrote. So I've started writing this story all over again, without translating it, but just recalling what I had wrote in italian and... surprise! It wasn't so hard. A friend helped me with the tough bits and something has changed here and there, but you can read the fan fic in english. It's called "The weapon" and you can find it in my gallery.
here:
[link]


Per i lettori italiani: a dire il vero sono quasi più soddisfatta della versione in inglese, per cui vi consiglierei di leggere quella. Se però volete quella italiana, la trovate qui, come download, alla vostra destra.