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Lettere alla Luna II

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Lettere alla Luna

Capitolo II - Indovina chi viene a cena


Davanti al numero 12 di Grimmauld Place non c’era nessuno, spensero ugualmente i lampioni e aspettarono qualche secondo prima di avvicinarsi alla porta, comparsa come al solito tra i due edifici al numero 11 e 13.

“Tonks, no!” Remus le fermò la mano appena in tempo per impedirle di suonare il campanello.
“Oh, scusa! Mi dimentico sempre!”

La guardò con un’aria di rimprovero non troppo convinta e poi strofinò tre volte la chiave che Silente aveva incantato per loro: Sirius avrebbe sentito la sua copia tintinnare leggermente e sarebbe venuto ad aprire in pochi istanti.

La porta si aprì, cigolando un po', e il mago si infilò per primo all’interno, Tonks lo seguì subito dopo, richiudendosi alle spalle l’entrata, con attenzione spasmodica.

Nell’oscurità dell’ingresso di casa Black vide Remus e Sirius che si abbracciavano a pochi passi da lei, si guardò intorno e osservò che non era cambiato molto dalla sua ultima visita. Ragnatele, spesse come fili di lana, decoravano ognuno dei candelabri appesi al muro, impedendo a chiunque di accedervi per fare un po’ di luce, l’aria sapeva ancora di stantio, di morto e proprio vicino all’entrata c’era ancora quel… Invece no!
Il ritratto era sparito e al suo posto stava una pesante tenda nera. “Beh, un po’ tetra, certo, ma si potrà migliorare!” pensò in un attimo “Chissà che ci ha messo al posto della vecchia, magari una finestra come quelle del Ministero!”

Prima che qualcuno riuscisse a fermarla esclamò ad alta ed entusiastica voce “Sirius! Sei riuscito a staccarla dalla parete?! Che bello e che hai mess…” ma fu interrotta dal rumore secco di due tende che si separavano di scatto e dal suono di una voce stridula e amplificata dal rimbombo della casa:
“Aaaaaaah! E così tornano! La feccia mezzosangue che insozza le mie stanze è tornata! Come se non bastasse la vergooOognaaAA di avere una progenie ingrata e trrraditricee! Cosa devo vedere! Voooooiii! Vergogna della nostra gente! Luridi ibridi, mezzosangue, frutto di accoppiamenti illeciti! Infaaamiii parassitiiiii!”


Ci volle almeno un quarto d’ora perché riuscissero a richiudere le pesanti tende scure e a far tacere la Signora Black, che nel frattempo aveva avuto modo di ripercorrere, dalla prima all’ultima, le azioni della vita di Sirius, condendole con tanti insulti e di tale potenza e varietà che Tonks era rimasta davvero impressionata, ripromettendosi di segnarsene qualcuno da usare al momento giusto.

“Scusami Sirius, avevo pensato che…”
“Oh, beh, Tonks, basta che la prossima volta te lo ricordi, per favore! Non ne posso più di sentirla strillare. Spero davvero che Malocchio trovi il modo di tirarla giù di lì o diventerò matto… Beh, più matto di così!” Sedevano attorno al tavolo di cucina, su quale facevano bella mostra tre piatti di ceramica nera, da cui Sirius aveva fatto sparire alla bell’e meglio lo stemma dei Black.
Quello che si poteva leggere ora, invece di “Toujours pur” era uno sgargiante e allegro Toujours fur!

“Sempre col pelo! Che ne dite?” aveva chiesto Sirius quando glieli aveva passati per apparecchiare.
“Beh, Felpato” aveva risposto Remus “direi che è perfetto!”
Avevano riso e l’atmosfera si era fatta di colpo molto più lieve, come se per un attimo avessero dissolto il passato oscuro di quella casa e l’incertezza della situazione di tutti.
Poi, ovviamente, Sirius aveva fatto la domanda che faceva sempre.

“Chi di voi ha controllato Harry ultimamente?”
Gli pesava così tanto non poter stare accanto a lui, lo sapevano tutti, ma purtroppo anche Sirius sapeva che era troppo pericoloso farsi vedere in giro e Silente non aveva voluto sentire ragioni. Così la prima domanda era sempre per lui, per Harry.
Come stava? Era dimagrito? Aveva avuto la febbre? Era al sicuro? Chi c’era a controllarlo ora? E ieri? E il giorno prima? Sembrava triste? Lo avevano rinchiuso di nuovo?
Era un fiume di domande, ma le risposte erano spesso uguali alla settimana precedente e a quella prima ancora.

“L’ho visto io, Sirius, sta bene, prima di tutto.” Tonks aveva parlato nel tono più rassicurante e sereno che era riuscita a tirar fuori.
“Cosa fa? Come ti è sembrato?” chiese lui, ansioso.
“Beh, mi è sembrato… Un po’ giù a dire il vero, l’ ho visto camminare un sacco, sai, come quando vuoi far passare del tempo che va al rallentatore, ma è normale, poverino…”
“Credo, Sirius, che si chieda cosa sta succedendo…Beh, qui, nel mondo dei maghi. In fondo sono già due settimane che non ha notizia di nessuno.” fece Remus, con l’aria di chi fa una constatazione ovvia.

“E’ naturale che sia preoccupato! Dopo quello che è successo come potrebbe non esserlo! Ma Silente non vuole che gli scriva, non vuole che gli dica niente! Dice che lo farebbe solo agitare e che finirebbe per fare qualcosa di sciocco! E poi cosa potrei scrivergli, eh? Ciao Harry, qui tutto bene, non posso dirti dove sono, ne con chi, ne perché, ma comunque nessuna notizia, mi annoio, sono triste, tuo Siriu.  Eh? Sai che sollievo!”

L’argomento Harry, come sempre, aveva finito per portare alla luce tutte le frustrazioni di Sirius e a Tonks e Remus ci volle un bel po’ per tranquillizzarlo e sviare la conversazione su qualcosa che non lo facesse inquietare così tanto.

“…Sì, arriveranno tra una settimana o giù di lì. Molly Weasley! Se qualcuno ha suggerimenti su come fare a sopportarla li tiri fuori subito, perché davvero odio quando mi guarda come…come mi guarda!”

“E’ solo preoccupata, Sirius, lo sai, Molly è una persona molto… hem, protettiva, sì. Forse un po’ troppo, lo ammetto, però non ha niente contro di te, lo sai.” Remus si stava servendo col secondo turno di bignè alle mandorle glassato al pistacchio.

Tonks aveva le dita già completamente sporche di cioccolato e le leccava con aria soddisfatta, pensando che quello che serviva a tutti quanti era una bella pinta di burrobirra calda per mandare giù tutto. Finirono la serata raccontandosi di Hogwarts, degli anni felici passati a scuola, Sirius e Lupin si lasciarono andare ai ricordi con divertita nostalgia, descrivendo a Tonks le avventure di Felpato, Lunastorta e Ramoso, tralasciando volutamente di nominare Codaliscia.
La strega, sotto al ciuffo di capelli di un blu intenso e rilassante, raccontava, di rimando, dei disastri provocati a scuola insieme alla sua banda di allora, di come lei e Miranda, la recente acquisizione dell’Ordine, fossero l’incubo peggiore di Gazza e di come avessero fatto uscire di testa Minerva McGrannit l’anno in cui nascosero la coppa del Quidditch per due mesi.
Poi fu tardi e si alzarono da tavola tutti e tre.

“Beh, sarà meglio che io vada adesso, domani ho il turno al Ministero… anche quello della sera insomma,” fece Tonks, avviandosi verso il corridoio  “e non voglio addormentarmi sotto al mantello dell’invisibilità!”

“No, non sarebbe proprio il caso, Ninf! E poi mi hanno detto che russi…” Sirius colse l’occasione per prenderla un po’ in giro, in fondo chissà quando sarebbero tornati a trovarlo.

“Che cooosa?” Tonks si girò di scatto verso il padrone di casa che le stava porgendo il mantello con un gesto esageratamente galante e ampolloso. “Io non russo affatto! Chi ti ha detto che…” I capelli le erano diventati di una tonalità rosso acceso e le sopracciglia le luccicavano di bagliori verde mela.

“Eddai, Tonks, Sirius scherzava, lo fa apposta! Possibile che tu ci caschi sempre?”
“No, no Remus, voglio sapere chi gli ha detto che io…”
“Tonks, scherzavo, adesso però abbassa la voce altrimenti…”

Troppo tardi...
“Strilllano e si divertono! Infami traditori della loro stirpeee! Sotto questo tetto vengono a gridare la loro ignobile sozzura! Vi strozzerete nel vostro stesso strepitìo! Vedrò le vostre membra appese a questi muri come decorazioniii! Voglio strappare personalmente il cuore a quell’immonda canaglia che ha infettato il nome dei Blaaaack!!!”


Dopo che Tonks fu uscita, Sirius e Remus passarono una pessima manciata di minuti a cercare di far tacere il ritratto della di Mrs. Black che gridava, dalla tela, tutto il suo disgusto e la sua furia.
“Se Malocchio non trova la soluzione che ha promesso per tua madre… Ci appendo lui a quel chiodo, così la signora avrà un interlocutore!” Lupin sembrava sfinito quando tornarono in cucina.

“Francamente, Remus, spero che Silente non voglia davvero stabilire qui la sede dell’Ordine della Fenice… La casa sarebbe da rivoltare da cima a fondo. Anche se in serate come questa… Beh, mi sembra quasi un bel posto.” Sirius abbozzò un sorriso in direzione dell’amico “Grazie davvero… Tu e Tonks siete… Beh, non so se vi merito!”
“Oh, piantala, Felpato! Ci fa piacere, lo sai, anche noi abbiamo bisogno di distrarci un po’ in questi giorni..”
Distrarvi eh? Ma tu guarda…”

Lupin rimase un attimo a guardare Sirius che gli sorrideva con aria allusiva e poi disse “Beh?”

“Beh cosa? Dai, non vuoi dirmi niente?” rispose il mago, spostandosi i lunghi capelli neri dagli occhi e mettendosi più comodo sulla sedia.
“Sirius, che cosa stai dicendo?”
“Oh avanti! Non vorrai raccontarmi che tra te e la Signorina Disastri non c’è proprio nulla?” Sembrava sinceramente incredulo.

Remus arrossì di colpo, lasciandosi andare sulla sedia “Sirius! Ma…ma…ma no! Dai, Tonks è…è…”
“E’ molto carina, ecco che cos’è, non mi dire che non te ne sei accorto, Lunastorta, perché non ci credo!”

Lupin restò per un attimo troppo imbarazzato per rispondere. Certo che se ne era accorto che era carina, ma che cosa c’entrava… Era molto carina, se per questo, e anche intelligente e divertente e… Ma questo non voleva dire nulla e… Ed era anche la cugina di Sirius e… Chi avrebbe potuto pensare a queste cose in una situazione come quella?

Sirius. Ecco chi.

“Tu sei veramente incurabile, Felpato… Solo tu puoi pensare che in questa situazione io pensi a..”
“…una cenetta romantica magari?”
“Smettila!”
“… una vasca da bagno piena di bolle?”
“SIRIUS!”
“…e una passeggiata sotto la luna? No, quella meglio di no!”

All’ultima allusione ormai anche Lupin stava ridendo, senza più riuscire a far finta di essere offeso e si limitò a tirare in testa a Sirius quel che restava del vassoio di dolci.
Per un attimo si sentirono come se gli anni non fossero passati e tempo e destino fossero stati più gentili con loro, Il numero 12 di Grimmauld Place si riempì ancora una volta di risate, che scorsero a lavare via l’astio vecchio di secoli che permeava quelle mura.

Un paio di Mollicci, al piano di sopra, morirono sul colpo.

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Secondo capitolo di Lettere alla Luna.
Fatemi avere i vostri commenti che ci tengo!

Qui trovate il capitolo III
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Second chap of my Remus/Tonks FF, based on Harry Potter charachters.
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